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«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Nona Parte
Nei prestiti effettuati dal monte civico non è previsto il deposito di pegni, ma i debitori obbligano solidalmente tutti i di loro beni impegnandosi a restituire il prestito con l’aumento fissato in una misura e mezza per ogni tomolo, quindi tre kg di interesse su 48 kg.E’ previsto l’obbligo solidale del garante assunto alla presenza del cancelliere comunale, previa dichiarazione sottoscritta del beneficiato di aver ricevuto il grano dagli amministratori del monte frumentario. Questi, per la cui nomina erano richiesti i requisiti di possidenza, probità e non equivoca opinione venivano scelti annualmente, nel numero di due, nel mese di agosto, allorché cessava, per riprendere l’otto settembre, l’anno colonico.
La loro elezione era preceduta dalla individuazione di una doppia terna votata dal consesso decurionale e sottoposta all’attenzione del sottintendente del distretto di ariano.
Queste le due terne uscite dalle urne del 3 agosto 1828:
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«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Parte ottava
Nel 1812 il ministro degli interni del regno di Napoli riunì in uno solo i due monti frumentari che erano presenti in Montecalvo.Si tratta del monte civico eretto dall’università e della fondazione del Cardinale Vincenzo Maria Orsini, che fu papa con il nome di benedetto, xiii dal 1724 al 1730. Il 16 aprile del 1695 l’Orsini intima al collegio canonicale di santa Maria di regolarizzare talune operazioni economiche del collegio, a giudizio del cardinale arcivescovo intraprese senza le dovute cautele di legge.Il futuro pontefice minaccia di comminare ai canonici una pena irremissibile di cento ducati, da applicarsi a beneficio del monte frumentario, se nello spazio di tre mesi il collegio canonicale non avesse ottenuto il suo consenso, e quello della santa sede, agli atti di cui sopra.
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È del 6 aprile 1480 il primo editto reale che definisce, per il regno di napoli, la misura ufficiale del tomolo che viene quantificato in 55,3189 litri […]».)
Sostanzialmente invariata la misura rimane con la legge n. 974 del 19 maggio 1811 e la successiva del 6 aprile 1840 (litri 55,234 e 55,545113).
Rapportata in chilogrammi, dal 1480 in poi, tale misura, per le comunità del regno si attestò su 48 o 50 kg a seconda che la verifica del peso fosse attuata con il sistema a barra o con quello a colmo (nel gergo dialettale rispettivamente a «varra» o a «culimu»).
Il primo metodo contemplava l’utilizzo di una barra, da cui il nome stesso del sistema, che, passata sull’incavo ricolmo di grano, eliminava i rigonfiamenti superiori rendendo uniforme la superficie.
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«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Parte sesta
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Parte quinta
Sottrattasi alle pretese baronali, la collettività ritiene maturi i tempi per un passo di avanguardia che associ la crescita civile del paese a scelte economiche che potremmo definire, oggi, modernissime: il pubblico parlamento civico, riunito in numero di cinquantasette decurioni, decide, all’unanimità, di vendere la casa del pane. La decisione viene assunta in un momento di crescita demografica. Nel 1532 il paese contava 460 fuochi (nuclei familiari composti mediamente da 7-8 persone), saliti a 556
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«La Sekoma di Montecalvo Irpino prima Banca del civico Monte Frumentario»
Parte quarta
[…]
Questa vivacità amministrativa, palese anche nella realizzazione di opere pubbliche segnate dal sigillo blasonico, coincide con un periodo, il XVI secolo, in cui notevole è la crescita demografica e pressante, di conseguenza, è la preoccupazione del pubblico consesso civico affinché vi siano garanzie di sussistenza per tutti i ceti sociali, messe a rischio, di contro, da una triste serie di eventi che vanno dalla peste del 1526 con relativa carestia, alle carestie