Generoso Maraia
- Scritto da Francesco Cardinale
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Montecalvo Irpino AV – Sono venuti in tanti a dare l’ultimo saluto a Generoso Maraia. Come era prevedibile aspettarsi molti di più di quanto la chiesa potesse contenerne. È venuto a mancare a causa di una grave malattia che, dal momento in cui si è manifestata, ha fatto sprofondare nello sconforto e nella disperazione la sua famiglia, gli amici e l’intera comunità, portandolo via nel giro di pochi mesi, a soli quarantasette anni. Generoso verrà ricordato, in quanto ha espresso una personalità dai molteplici aspetti, tutti degni di attenzione. Per un periodo di tempo, ha svolto l’attività di giornalista per Il Mattino e altre testate locali, un “reporter silenzioso”, come ha scritto G. Vigoroso. Insieme al suo fraterno amico Angelo Corvino, amava raccogliere e documentare le notizie “sul campo”, come la battaglia per la chiusura della discarica di Difesa Grande e i reportage da San Giuliano durante il terremoto del 2002 in Molise. È stato uno dei primi a credere nella valorizzazione del nostro olio di oliva, creando un suo marchio personalizzato. Spaziava tra Milano, dove insegnava, e Montecalvo. Ultimamente si era specializzato nella ricerca dei tartufi; a volte lo vedevo girare con il suo cane Zara dalle parti della mia piscina. Un giorno lo invitai a sorseggiare una birra da me, e mi raccontò di questa sua passione, tanto da averlo spinto ad impiantare nel suo terreno una tartufaia. Quando gli chiesi: “Quanto tempo pensi che ci vorrà prima di raccogliere i primi frutti?”, mi sorrise ed esclamò: “Occorre che passi del tempo, è un investimento per la mia vecchiaia”.
La Vita non è bella se non pesa per la carità
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Apprendo questa mattina, con grande dolore, della serena morte di Suor Nunziantina Tripi, per molti anni a servizio della Comunità di Montecalvo Irpino. Suor Nunziatina giunse a Montecalvo in sostituzione di Suor Mercedes che, dopo anni di generoso impegno apostolico, per volere dei superiori, andò a servire come superiora, i malati nella comunità a Spoleto. Una vita intera spesa per servire il Signore e i fratelli. Era nata a Leonforte (EN) il 30 settembre 1943 e a soli 14 anni entrò come aspirantina nell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto. Ha svolto la sua missione in diverse Comunità, principalmente come insegnante di Scuola Materna, come valido aiuto nel servizio verso le disabili e nella preziosa opera pastorale delle Parrocchie. A Montecalvo Irpino è giunta dopo aver servito già numerose comunità: Montepulciano, Agira, Acquasparta, Abbadia, Tuoro sul Trasimeno, Norma, Pozzuolo Umbro, Apollosa, Borgo Trevi, Cannaiola, Montepincio, Palermo.Si ambientò subito nella nostra comunità assorbendone usi e costumi che lei scopriva genuini e veri e per questo autentici e graditi. Spesso la nostra società ci porta a qualificare le persone per l’efficientismo dinamico del vivere quotidiano, giudizio non sempre garantista dell’autenticità di una persona.
Montecalvo Irpino saluta Suor Nunziatina Tripi
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Un fascio di motivazioni ci ha radunato intorno all’altare il 12 settembre scorso: il Vangelo delle Beatitudini, la Memoria Liturgica del Santissimo Nome di Maria, il saluto grato e commosso alla Superiora Suor Nunziatina Tripi.
Liturgia, arte, musica, devozione popolare e santuari mariani, cantano in ogni angolo del mondo la “potenza terribile” del Nome di Maria (Thomas Merton), così come ha fatto Suor Nunziatina con l’esempio della sua esistenza tutta consacrata alla vita religiosa, al servizio di Gesù e di Maria. Suor Nunziatina Tripi è nata a Leonforte, in provincia di Enna il 30 settembre 1943 da Nunzia Castrogiovanni e Raffaele Tripi e battezzata il 10 ottobre 1943 col nome di Francesca. Attratta sin da piccola verso la preghiera e spinta da particolare affetto verso le Suore della Sacra Famiglia, presenti nel suo paese, all’età di quattordici anni decide di partire per Spoleto ed entrare nella grande famiglia delle Suore, per imparare ad amare e conoscere meglio Colui al quale voleva consacrare tutta la sua vita.
Serio incidente con sospette fratture a Vincenzo Montano
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Ieri sera, 17 febbraio, erano passate da poco le ore 20, quando l'autovettura AUDI SW guidata da Giancarlo Palladino ha urtato l'ottantenne Vincenzo Montano che stava attraversando la strada tra palazzo Peluso e il piccolo piazzale antistante il nuovo comparto N. Pappano.
Nonostante Palladino procedesse a bassa velocità, l'urto è stato abbastanza violento. Montano è caduto a terra di peso e solo fortunatamente non ha battuto la testa, pare che abbia attutito il colpo con le mani.
Nei paraggi si trovavano sia il sindaco dott. Pizzillo che il dott. Lo Casale che, dopo aver prestato le prime cure, hanno aiutato i soccorritori, tra cui lo stesso Palladino (infermiere), i parenti e i Carabinieri, prontamente intervenuti, a distendere e immobilizzare il malcapitato (c'era il sospetto che avesse riportato delle fratture), in attesa che arrivasse l''autoambulanza da Ariano.
I volontari dell'Associazione Vita di Montecalvo erano già impegnati a prestare soccorso alla signora Cusano, zia del dott. Felice, che aveva avuto un serio malore e hanno dovuto provvedere al trasporto in ospedale in concomitanza con l'incidente occorso a Vincenzo "il carabiniere".
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Una vita da terremotata : Rosaria
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Montecalvo Irpino (AV), in una baracca nel 1962, in un container dopo il 1980, ora in una casetta asismica costruita per gli sfollati del terremoto del 1930. La storia di Rosaria.Ci sono persone a cui una vita rischia di non bastare per vedersi riconosciuto un diritto. La signora Rosaria, che oggi ha più di ottantacinque anni, nel 1962 ebbe la casa distrutta dal terremoto. Abitava al Trappeto. Un posto caldo, riparato dal vento con la casa metà in muratura e metà scavata nel tufo, fresca d'estate e tiepida d'inverno. Per darle un tetto, visto che il suo quartiere era stato dichiarato zona d'abbandono, le fu assegnata una baracca in legno costruita dai soccorritori. Allora l'epicentro del sisma fu proprio nell'arianese, ai confini tra Montecalvo, Melito ed Ariano. A Montecalvo ci furono anche dei morti. Per diversi anni la signora Iebba ha vissuto nella baracca, in attesa che le fosse riconosciuto il contributo per ricostruire la casa. Un bel giorno, quando gli amministratori decisero di togliere le baracche di legno per farle diventare depositi, a Rosaria fu assegnato un container arrivato subito dopo il terremoto del 1980. Una struttura moderna e funzionale, costruita dalla Soprefin di Genova, società del gruppo Finsider.