Montecalvo Irpino - Cultura e Tradizione
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Montecalvo e il Ferragosto

Scritto da Alfonso Caccese
Pubblicato: 15 Agosto 2024
Visite: 214

15 Agosto a Montecalvo Irpino

Contrariamente a quando accade nei paesi vicini, Montecalvo Irpino non ha una grande tradizione nei festeggiamenti in onore della Madonna dell’Assunta alla quale è dedicata la Chiesa Madre che campeggia alla sommità del paese.
Quand’era tempo di mietitura, i mietitori, dopo pranzo, si mettevano sui ferri
della piazza, col caldo e aspettavano, I padroni delle masserie arrivavano sulle giumente: ploc-ploc, sui basoli della via. Col dito o la punta della frusta, indicavano: « Tu, tu e tu, domani venite da me, a mietere con le spese ».  Le mezze falci (incapaci) non erano assunte. Il padrone con la masseria grossa, assumeva una squadra di uomini che si davano da fare nel campo. Per pranzo: una caldaia di gnocchi e ragù con la cotica. Diceva zia Rosa, la moglie del padrone: « Se ci fiocca (formaggio) non ci piove (ragù), sulla polenta ». Finito di mietere e di trebbiare, il quindici agosto, uomini maturi e ragazzi sceglievano il padrone, per andare garzoni  e fare i bifolchi dietro le mucche o i pecorai per un anno intero. Tutto per le spese, qualche soldo e un maialetto.  A Santa Maria, l’otto settembre, si poteva cambiare padrone.  Ogni quindici giorni, tornavano in paese, gli uomini dalle mogli e i ragazzi dalle madri.  Con le migrazioni, dopo il Sessanta, i garzoni hanno preso altre strade. Qualcuno si è fatto i soldi e la masseria  si è comprata dal padrone di una volta, Nella stalla,  ora c’è un trattore per arare; il latte si compra in negozio, il grano si miete con la mietitrebbiatrice il fieno si fa con la falciatrice.

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Cirelli: Il Regno delle due Sicilie – Montecalvo – 2° parte

Scritto da Redazione
Pubblicato: 25 Marzo 2024
Visite: 233

Montecalvo  Irpino - TrappetoPRINCIPATO ULTERIORE — MONTECALVO  SECONDA PARTE

La Rendita totale, comprese le case di abitazione , molini forni, taverne,  neviero o grotte di campagna, ascende a ducati 31,764,45.

Fondiaria. —
II Comune di Montecalvo paga per peso fondiario , inclusi i cosi detti grani addizionali duc. 5623.

Rendita Comunale. —

Questo Comune non ha rendite patrimoniali. Sopperisce agli esiti e spese Comunali por mezzo di privative o di balzelli, e con simili cespiti paga la somma di ducati. 2854 e dispari, giusta Io stato discusso, inclusi circa D. 250 che si versano alla Cassa provinciale per le opere pubbliche della provincia.

Produzioni. —

Il seguente specchietto contiene Io stato del prodotto delle diverse derrate del Comune di Montecalvo. Noi abbiamo osservato che pel corso di dieci anni i prodotti sono stati compensativamente quasi sempre gli stessi; avendo in qualche anno trovata una cifra minore del prodotto ottenuto nel 1852, ed in maggiore; sicchè la cifra dello specchietto può rimanere come media.

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Cirelli: Il Regno delle due Sicilie - Montecalvo - 1° parte

Scritto da Filippo Cirelli
Pubblicato: 22 Marzo 2024
Visite: 395

Provincia Principato UltraPRINCIPATO ULTERIORE — MONTECALVO

Montecalvo è capoluogo di Circondario di 3° Classe , ed è il più prossimo ad Ariano capo distretto e sede vescovile, da dove dista solo quattro miglia. È distante da Napoli, per la via di miglia; da Benevento 12, da Avellino capo luogo della provincia miglia 22. La popolazione ascende a 5180 individui. II punto più vicino della strada consolare,' è quel tratto che rasenta Ariano.

Aspetto di Montecalvo. —

L’abitato di questo Comune abbraccia la parte nord-ovest di un eminente colle, ne sormonta il dosso, e declina nella parte sud-ovest. Sicché una parte del paese è visibile a quei Comuni che gli stanno di contro da settentrione; e l'altra parte a quei che verso il sud sono situati. La casa ex feudale posta a cavaliere sull'alto del colle, guarda dalle opposte affacciate ambe le ali del paese, rammentando ancora con Io sue negro sdrucite mura il dominio esercitato su quella popolazione che quelle or derelitte pareti abitarono, ed è visibile, con una chiesa che l’è dappresso, e con molte altre abitazioni che più le sono vicine, a paesi delle opposte parti.

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Restauro Cappella Carafa – Relazione G.B.M. Cavalletti

Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
Pubblicato: 10 Dicembre 2023
Visite: 126

La cappella nasce nel 1556, nel momento di massimo splendore della famiglia Carafa, per volontà di Giovan Battista I, terzo conte di Montecalvo. La sua costruzione segue di un anno la salita al papato di Giovan Pietro Carafa, Paolo IV, figlio di Giovann’ Antonio di Diomede conte di Maddaloni. Il rapporto di parentela tra il ramo di Montecalvo e quello di Maddaloni parte dai fratelli Antonio Carafa, detto Malizia, padre di Diomede e nonno di Paolo IV, e Tommaso Carafa, avo diretto dei Conti di Montecalvo. Il monumento fu posizionato al centro della navata minore destra della tardogotica chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, divenuta dell’Assunta in occasione dell’ampliamento del capitolo concesso nel 1672 da papa Clemente X su richiesta del duca di Montecalvo Carlo Pignatelli. Esso rappresentò il primo allargamento della navata che solo dopo il decreto del 1693, emanato nella stessa chiesa dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo di Benevento e papa, col nome di Benedetto XIII, dal 1724 al 1730, vide l’erezione delle altre due cappelle laterali, attigue alla Carafa e con essa comunicanti dopo che, in esecuzione dello stesso decreto, furono demolite le pareti degli archi laterali interni.La Cappella Carafa non nasce come luogo sepolcrale, piuttosto come sorta di ringraziamento, oltre che di ostentazione, sia per il prestigio raggiunto in quel periodo dalla famiglia, sia per la personale ascesa del terzo conte di Montecalvo. Non conosciamo, al momento, il nome dell’architetto autore del progetto. E’ certo che ci troviamo di fronte ad uno straordinario esempio di architettura rinascimentale il quale, insieme alle eccezionali novità di interesse religioso e artistico che, dalla nascita della Parrocchia San Pompilio e dal ritrovamento della sua Mamma Bella, stanno interessando la nostra comunità, inserirà Montecalvo in un vero e proprio percorso turistico-culturale.

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Barabaschi Danilo

Scritto da Redazione
Pubblicato: 12 Ottobre 2023
Visite: 364

BARABASCHI DANILO di Alfonso e Pollastri Luigina

Genere: uomo | Professione:

La sua storia

Barabaschi Danilo nasce il 23/03/1916 a Monticelli d Ongina in provincia di Piacenza.

Deceduto (fucilato) il 17/07/1944 a Varsi (Parma).

Confinato politico. (Fascicolo corposo, qui solo i passaggi essenziali). N. Monticelli d’Ongina PC il 26.6.1916, dal 1928 res. Cremona e Bore. Insegnante elementare.

Era iscritto GIL e poi PNF ma attività antifascista clandestina. Negli anni ’30 a Cremona frequentava Rosolino Ferragni, Amigoni e Ausenda. “Prezioso collaboratore” di questi ultimi quando da Parigi intendevano creare rete GL cremonese. Luglio 1937: con pretesto di gita turistica si reca in Francia, pare intendesse contattare Lussu e Garosci.

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