- Scritto da Mario Sorrentino
Le due ricostruzioni storiche dei fatti di Ariano che diffondiamo qui di seguito, ci permettono di avere due prospettive che si completano e correggono l'una l'altra. Nicola Nisco, patriota e conterraneo, liberale della prima ora, fa una narrazione senz'altro veritiera, riportando probabilmente racconti di prima mano dei protagonisti di parte liberale.Egli però era un alto esponente dei " galantuomini" del Regno che, se ardevano di ideali a riguardo dell'Unità del paese, non potevano o volevano, capire perchè i " cafoni" la pensassero diversamente da loro sulla questione della terra. Francesco II°, e prima di lui suo padre, Ferdinando, aveva promesso che una famosa commissione centrale nominata per portare a compimento l'eversione ( cioè l'abolizione ) dei feudi, avrebbe ripreso i lavori per la concessione delle terre già feudali
- Scritto da Dott.Antonio Stiscia
Giuseppe Stiscia figlio di Vincenzo e Giovanna Sanità nasce a Montecalvo Irpino 1850? insieme ai fratelli Michele e Felice e alla madre, segue il padre che si reca in Sicilia per dirigere i lavori delle ferrovie siciliane.
La formazione scientifica e gli studi di tecnica gli faranno conseguire notevoli risultati specie nel campo delle soluzioni industriali di cui ne diventerà campione con la realizzazione di alcuni brevetti. Un personaggio straordinario che tra l’altro sposa la signora Concetta Leggio da cui nasce Giovanna Casimira Stiscia.
L’altro fratello, Michele, nato a Montecalvo il 10/5/1852 si sposa a Palermo con Marianna Bentivegna ,imparentandosi con la famiglia di quel Francesco Bentivegna patriota siciliano,originario di Corleone e garibaldino,tra i personaggi di spicco della storia siciliana.
Da questa fausta unione nasceranno 2 figli :Teresa Giovanna Concetta Stiscia nata a Palermo il 16/10 /1886 ed ivi morta nubile l’1/4/1961Vincenzo Stiscia Bentivegna nato a Palermo il 9/9/1884 ed ivi deceduto il 21/2/1969.
- Scritto da Angelo Siciliano
Di tutti i popoli, di tutte le razze, veniste a noi come fratelli, figli della Spagna immortale, e nei giorni più duri della nostra guerra, quando la capitale della Repubblica spagnola era minacciata, foste voi, valorosi compagni delle Brigate Internazionali, che contribuiste a salvarla con il vostro entusiasmo combattivo, il vostro eroismo e il vostro spirito di sacrificio”. Dolores Ibarruri, la “pasionaria” della guerra di Spagna, in questo modo ringraziò i volontari che formavano le Brigate Internazionali. Ma le parole pronunciate dalla rivoluzionaria spagnola erano un grido di dolore, nel ricordo delle migliaia di caduti che avevano contrastato la sanguinosa avanzata del generale Francisco Franco.
Sulla terra di Spagna, lottando per la libertà, fu versato anche sangue irpino: Giuseppe Cristino, un giovane di Montecalvo si arruolò volontario nelle Brigate Internazionali, ma la sua voglia di giustizia gli riservò un atroce destino.
Nel campo di concentramento di Saragozza, una epidemia di tifo stroncò la sua esistenza terrena.
Correva l’anno 1941.
- Scritto da Angelo Siciliano
Il figlio, partigiano, |
Parlare di Giuseppe e Pietro Cristino, oggi, nell’epoca del crollo delle ideologie, dopo l’implosione dei regimi totalitari dell’Est europeo, ma anche di guerre sanguinose – basti pensare a quella del Golfo Persico e all’altra tra le nazioni dell’ex Iugoslavia – che sicuramente hanno trovato una concausa nel crollo del Muro di Berlino del 1989, che ha segnato la fine della guerra fredda e dei blocchi contrapposti, guidati dalla fine della seconda guerra mondiale rispettivamente da USA ed URSS, potrebbe anche significare andare ad indagare fatti, persone e vicende del Novecento, la cui storia, oltre che non sempre ripercorsa e chiarita adeguatamente e a sufficienza, ci appare distante anni luce. E proprio tale distanza consente che tanti personaggi di primo piano, che hanno fatto la storia civile e sociale del nostro paese, possano essere spesso posti in discussione per le scelte politiche fatte e per il loro operato nel secondo dopoguerra, in quanto hanno contribuito, seppure indirettamente, a quel sistema politico nazionale bloccato, rimasto senza alternativa. Si è parlato e si parla anche di democrazia incompiuta. La realtà è che per più di quaranta anni ci hanno governato più o meno le stesse persone, realizzando – caso unico tra i paesi occidentali – una sorta di “dittatura” in democrazia, che ha determinato conseguenze assai gravi: invecchiamento e inefficienza delle Istituzioni pubbliche; alcuni fenomeni gravi di collusione tra politica e criminalità organizzata; intere regioni alla mercé di mafia, ‘ndrangheta o camorra che insanguinano il Sud sostituendosi allo Stato come se questo avesse rinunciato alle proprie funzioni; malcostume diffuso della pratica del pizzo e della bustarella per cui, sempre più spesso, la cronaca nera è ricca di casi di burocrati e amministratori locali divenuti essi stessi, in prima persona, i gestori del malaffare. |
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- Scritto da Alfonso Caccese
Sfilata di cittadini Montecalvesi per l'elezione del conterraneo Caccese Francesco a deputato del Regio Parlamento Italiano |
Montecalvo Irpino 31 marzo 1929 Elezione del conterraneo Caccese Francesco a deputato del Regio Parlamento Italiano Infine nel 1929, anno prettamente politico, il regime dittatoriale fascista anche per il successo ottenuto con i "Patti Lateranensi" (11-2-1929) raggiunse una solidità che a molti sembrò indistruttibile. Tutto venne inquadrato dal partito: sindacati, dopolavoro, Opera Nazionale Balilla ecc. A Gorizia si ebbero le elezioni alla Camera dei deputati del dott. ing. Francesco Caccese ed al Senato dell'avv. Francesco Marani. Venne inoltre inaugurata la nuova e la prima casa italiana del Balilla, il campo sportivo del "Littorio" (1 E contemporaneamente iniziati gli studi ed i progetti, mai attuati, per il restaurodel velodromo.) ed alla presenza del principe di Piemonte, il monumento ai Caduti del Parco della Rimembranza, progettato dall'arch. Del Debbio. |