- Scritto da Comunicato Stampa Comune Montecalvo Irpino
Montecalvo Irpino, 02 marzo 2015 – E' stato siglato un accordo di programma tra l'Amministrazione Comunale e l'associazione IBO Italia per la realizzazione di campi di lavoro. L'IBO è una ONG di ispirazione cristiana che opera nel campo del volontariato nazionale ed internazionale, fa parte di un network le cui attività ebbero inizio nel 1953, nel nord Europa, con i primi campi di lavoro per la ricostruzione di case destinate ai profughi della Seconda Guerra Mondiale. IBO, infatti, è l'acronimo fiammingo di Internationale Bouworde, che significa "Soci Costruttori Internazionali". I campi sono esperienze di volontariato di due, tre o quattro settimane che possono prevedere attività di costruzione, restauro, animazione ed educazione non formale, formazione alla pace e ai diritti umani, assistenza e tutela dell'ambiente. "I campi di lavoro presso il Trappeto sono stati inseriti nella programmazione del 2015 – spiega Sabina Marchetti, responsabile del settore campi di lavoro e volontariato per la IBO Italia -.
- Scritto da Angelo Siciliano
Il 27 gennaio di ogni anno è “Il giorno della Memoria” e molte manifestazioni si tengono in Italia e negli altri paesi europei, affinché le tragedie prodotte dal nazionalsocialismo non siano dimenticate e non si ripetano in futuro. Finché sono ancora vivi dei sopravvissuti allo sterminio – ormai molto pochi –, è possibile ascoltare i loro racconti e toccare quasi con mano le tragedie a cui sono scampati. Il testamento dettato da Adolf Hitler alla segretaria Traudel Junge, subito dopo la lugubre e tardiva celebrazione del suo matrimonio con Eva Braun, riporta tra l’altro: “Non è vero che io o chiunque altro in Germania abbia voluto la guerra del 1939: la guerra è stata provocata dagli statisti internazionali di razza ebraica o al servizio della razza ebraica.
- Scritto da Redazione
La redazione di Montecalvo Irpino On Line auguri a tutti i suoi lettori un felice Natale 2014 ed un sereno anno nuovo.
- Scritto da Lucio Garofalo
Esattamente una domenica di 34 anni fa, calma ed insolitamente calda, si consumò una delle tragedie più dolorose impresse nella memoria collettiva locale. Ormai ci siamo ridotti a dover rimpiangere e idealizzare la realtà antecedente al maledetto sisma del 23 novembre 1980.Una data "indelebile" che, per un meccanismo di rimozione inconscia, si tende a derubricare dal calendario. Ma per le popolazioni del cratere, che subirono la furia selvaggia e devastante del cataclisma tellurico (fenomeno non esente dal concorso di colpe e responsabilità politiche e morali ascrivibili agli uomini), a cui seguirono scelte politiche controverse e scellerate prese dalle classi dirigenti locali nella fase dell'emergenza e della ricostruzione post-sismica, tale data assume ancor oggi un valore profondo, impregnato di ricordi strazianti, di intensi significati emotivi e psicologici. Una data spartiacque, simbolica sul versante storico ed antropologico. Nel corso degli ultimi trent'anni è intervenuto un brusco e repentino processo di accelerazione storica che ha visto deteriorarsi i rapporti umani e le dinamiche interpersonali, generando effetti di abbrutimento etico-civile e spirituale. Con evidenti ripercussioni negative sul terreno delle relazioni, dei comportamenti e sentimenti che rientrano nella sfera esistenziale quotidiana.
- Scritto da Alfonso Caccese
E il Trappeto continua a far parlare di sé. Molto si è scritto e letto su questa parte del paese oramai abbandonata al suo destino, segnato alla fine degli anni sessanta quando fu dichiarata zona di abbandono e da quel tempo si assiste impotenti allo “sgarrupiamiento” quotidiano e ai cedimenti strutturali di quello che un tempo era un quartiere dove la gente viveva la sua quotidianità in simbiosi con animali e cose. A nulla sono valse le varie cure per ridare o perlomeno cercare di fermare questo lento ed inesorabile declino. Il Trappeto è stato oggetto di studio, ricerche e di attenzione da parte di molti, ma resta ancora lì con tutte le sue problematiche che lo affliggono. Magnificato con saggi, mostre retrospettive, oggetto di tesi di laurea, fotografato da turisti occasionali,v isitato da esperti e curiosi, ma nessuna idea di recupero. Tanti sono stati i tentativi di soccorrerlo, ma tutti si sono dimostrati veri e propri palliativi.
- Scritto da Alfonso Caccese
A distanza di tanto tempo sta per essere recuperato in pieno e riportato al suo antico splendore uno dei monumenti più interessanti insistenti nel borgo storico del nostro paese: Il complesso architettonico di Santa Caterina. Il progetto di restauro portato avanti dal comune e finanziato con in fondi P.O.R. Campania 2007-13 finalmente comincia a dare i suoi frutti. La struttura maestosa, addossata alla cinta murale medioevale sorge su vari livelli fino ad estendersi in Via Longara Fossi dove sono ancora visibili e fruibili locali sovrastati da una superba Torre a forma quadrangolare. Nel passato L' ospedale di Santa Caterina di Montecalvo Irpino, datato alla fine del dodicesimo secolo, era adibito ad ospitare i pellegrini che viaggiavano sulle direttrici della Terra Santa. Abbandonato da anni oggi rivive con nuova luce grazie alla bontà di un minuzioso e scrupoloso recupero degli ambienti ancora integri che ci danno una giusta idea di come era il complesso e come esso era utilizzato.
- Scritto da Mario Sorrentino
In quello che oggi è il Passo di Mirabella, sorgeva, in loc. Grotte, l’antica Aeclanum, che essendo stata una delle più importanti città sannite, e ritenuta per un tempo capoluogo degli Irpini , conservò la sua rilevanza anche quando divenne città romana.La sorte della città sannita, già saccheggiata e semidistrutta nell’89 a.C. da Cornelio Silla, durante la Guerra Sociale (91-87 a.C.), fu definitivamente segnata quando il dittatore romano lanciò una operazione sistematica di distruzione e saccheggio del territorio degli Irpini,dopo che quella tribù sannita, che aveva resistito più a lungo al dominio definitivo dei Romani, svolse un ruolo preminente nell’ultimo episodio della Guerra Civile tra sillani e mariani, la battaglia di Porta Collina (I° novembre dell’82 a.C), quando Roma corse il rischio di essere invasa dalle truppe mariane e dai loro alleati. Silla riuscì a sconfiggerli, sia pure con difficoltà, e gli Irpini furono i più numerosi tra i prigionieri che furono fatti trucidare subito dopo per suo ordine nel Campo di Marte.