Addio a Josip Osti, l’amore assurdo e la contestazione
- Scritto da Gianluca Paciucci ( Il Manifesto)
- Categoria: Cultura
- Visite: 490
Josip Osti, poeta nato a Sarajevo nel 1945 e morto a Tomaj (Carso sloveno) sabato scorso dopo una lotta di sette anni contro un tumore, è stato uno dei più importanti poeti jugoslavi della generazione emersa tra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso, ma attivissimo ancora nello spazio balcanico – e non solo – dopo la dissoluzione del suo Paese. Capace di scrivere in serbo-croato come in sloveno, in queste lingue non trovava una patria ma una contestazione, nell’uso quotidiano e poetico, di quell’eccesso di patria e patrie di cui il suo mondo è stato vittima.
IN UNO DEI SUOI TESTI più celebri, «Sono un albero che cammina, corre, vola» (poesia raccolta nell’antologia con testo originale a fronte L’albero che cammina, Multimedia edizioni, 2004; traduzioni di Jolka Milic, morta in inizio 2021) Osti così scrive: «Sono un albero che cammina, corre, vola…/ Un albero che cammina sulle mani e si contempla/ nello specchio del cielo. Che corre nudo/ tra i prati, tra due realtà e due sogni./ Che una volta vola sopra Sarajevo e la seconda/ sopra Tomaj. Che tranne l’amore assurdo,/ non ha né patria né paese natío. Che anche/ quando germoglia e fiorisce, non smette di/ appassire e di morire». L’amore assurdo è stata la sua unica patria, e la ragione della sua poesia amaramente condita, negli ultimi decenni, dallo scandalo della guerra.
Sulle orme della famiglia Kravos nel Sud Italia Mario Aucelli nel suo libro anche sugli ex internati
- Scritto da Poljanka Dolhar
- Categoria: Cultura
- Visite: 175
Lui stesso ha vissuto la maggior parte degli eventi di cui scrive; prima di scendere in quasi 500 pagine di ampia narrazione, l'autore scrive dunque - posso legittimamente dire: io c'ero. Mario Aucelli è insegnante di professione, ma ha flirtato con la scrittura per tutta la vita, prima come collaboratore di molti giornali italiani, poi come ricercatore della sua piccola patria. Si trova nel sud Italia, nel cuore collinare della Campania: Mario Aucelli è nato nel 1936 a Montecalvo Irpino (Avellino), dove vive anche lui. Il paese di circa 3.500 abitanti è conosciuto in Campania per il suo pane di Montecalvo, e il suo nome viene fuori soprattutto quando si parla di Marko Kravos. Il poeta e scrittore triestino vide la luce per la prima volta (primavera 1943) a Montecalvo, dove le autorità fasciste internarono il padre Josip.
Dialogo con Marko Kravos e Josip Osti.
- Scritto da Aldo Micillo
- Categoria: Cultura
- Visite: 71
Dietro la Poesia: Conversazioni con Poeti Contemporanei.
Aldo Micillo – Grazie per la vostra disponibilità a questa chiacchierata. Devo dire che ho trovato molto coinvolgente il reading delle vostre poesie, prima quello di Marko e poi quello di Josip. Per cominciare potreste raccontarmi qualcosa della vostra vita… Magari può cominciare Marko, che appartiene alla minoranza di lingua slovena a Trieste e che può poi tradurre le parole (in sloveno) di Josip…
MARKO – Riguardo alle circostanze della mia nascita, dico che sono qui, in Campania, anche per rivisitare i luoghi dove sono nato, in Irpinia, dove i miei genitori erano stati mandati al confino, durante la seconda guerra mondiale, dal regime fascista. Così nel ‘43 sono venuto al mondo nel paese di Montecalvo Irpino.
La famiglia e il patriarcato
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cultura
- Visite: 120
Sarà presentato mercoledì 18 agosto 2021 “La famiglia e il patriarcato”, un libro autobiografico di Michele Cristino che offre uno spaccato della società di Montecalvo Irpino, prima, e dell’Italia, dopo, tra gli anni ’50 ed i nostri giorni. Un interessante viaggio nella società di “quilli di fore” (il racconto di un giovane di estrazione rurale che vive in una società rurale post borbonica ancora dominata da una borghesia pseudo nobile). Un racconto di difficoltà materiali ma anche sociali, una storia di emigrazione oltre che di velata e strisciante discriminazione. Alla manifestazione parteciperanno l’autore del libro, Carmelina Pepe e Giuseppe Bellaroba. Modera il dibattito il giornalista Angelo Corvino. L’appuntamento è per le 18.00 presso la sala conferenze del Castello Pignatelli messa a disposizione dal Comune di Montecalvo Irpino.
Prof. Fernando Santosuosso
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cultura
- Visite: 116
SANTOSUOSSO Fernando, presidente di sezione della Corte di Cassazione, nato a Benevento nel 1926, da genitori Montecalvesi, eletto dalla Corte di Cassazione il 19 novembre 1992. (Benevento, 7 giugno 1926 – Roma, 10 marzo 2021[1]) è stato un magistrato, scrittore e poeta italiano, che svolse le funzioni di giudice ordinario, della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale, della quale fu vice presidente emerito. Della Suprema Corte di Cassazione fu Presidente della Sezione Lavoro e dalla stessa fu eletto il 19 novembre 1992 alla Corte Costituzionale; ne venne nominato vice-presidente il 5 gennaio 2001 e vi rimase fino alla scadenza del mandato nel dicembre 2001. Scrittore cattolico, fu autore di volumi sulla fede, sul diritto di famiglia, sulla procreazione assistita: pubblicò inoltre alcune raccolte poetiche.Da sempre interessato a tematiche scientifiche e culturali fu libero docente e partecipò a numerosi congressi, intervenendo su tematiche giuridiche e di medicina legale relative al danno biologico, link alla vita di relazione, alla riduzione della capacità lavorativa specifica, alla procreazione medicalmente assistita, al diritto matrimoniale, di famiglia e successorio.
È morto a Maracaibo, in Venezuela, Antonio Romolo Cafoncelli.
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cultura
- Visite: 110
Il giorno 30 giugno 2020 si è spento nella sua casa di Maracaibo (Venezuela) il nostro compaesano Antonio Romolo Cafoncelli, assistito amorevolmente da sua moglie Maria e da tutti i suoi familiari.
Nato a Montecalvo Irpino nel 1932, Romolo era emigrato, appena diciottenne, in Venezuela. Il Paese sudamericano offriva molte opportunità a chi le voleva cogliere e lui, da gran lavoratore, non si tirò indietro.
Da apprendista falegname iniziò a lavorare insieme ad altri connazionali ma appena si sentì pronto non esitò a mettersi in proprio: lo spirito di iniziativa non gli mancò mai.
Passarono dieci anni di intenso lavoro prima di tornare, con il fratello Libero, a riabbracciare l'amata famiglia. Quella stessa estate conobbe Maria Concetta Tedesco, che sarebbe diventata la compagna della sua vita; in breve si sposarono e tornarono a Maracaibo dando origine ad una famiglia e ad una azienda entrambe prolifiche: dalla loro unione nacquero quattro figli e nel frattempo mutò il campo d'azione dal legno al marmo ["Se sei in grado di lavorare il legno saprai farlo anche con il marmo!" gli disse un amico e collega].
I teschi che parlarono di Dio
- Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
- Categoria: Cultura
- Visite: 115
