Torna la “Festa del Pane e della Pizza”!
- Scritto da Redazione - Fonte notizie Avellino today
- Categoria: Tradizioni
Montecalvo Irpino accende la brace: torna la “Festa del Pane e della Pizza”!
Questa sera, Montecalvo Irpino si prepara a vivere una delle notti più attese dell’anno: la “Festa del Pane e della Pizza alla Brace” animerà Piazza Leone XIII con i profumi irresistibili della tradizione e le note travolgenti della musica dal vivo. Un evento che promette gusto, calore e tanta allegria. A partire dalle ore 20:00, gli stand gastronomici saranno pronti ad accogliere buongustai e curiosi con un’offerta che sa di casa: pane e pizza alla brace, realizzati secondo antiche ricette e con ingredienti del territorio, saranno i protagonisti assoluti della serata. Fragranti, genuini, cotti lentamente sul fuoco vivo… impossibile resistere!
Dott.Pizzillo Carlo - Sulla crisi idrica 2024
- Scritto da Redazione
- Categoria: Cronaca
Siamo ancora una volta con una crisi idrica che appare senza fine. La responsabilità diretta, e’ bene dirlo subito, non può essere addossata all’amministrazione comunale, ma è evidente che non si può continuare ad assistere a questo disservizio senza fare niente. Avviare un’azione di tutte le amministrazioni comunali o ancora meglio di tutti i consigli comunali del territorio con una protesta forte e chiedendo un incontro al presidente della regione coinvolgendo la popolazione minacciando o attuando uno sciopero della bolletta. Credo che vada fatto qualcosa ricordando a noi stessi che l’Irpinia è tra i distretti territoriali più ricchi di acqua che viene venduta alla Puglia mentre noi abbiamo questa assurdo disservizio. Bisogna agire la situazione e’ divenuta intollerabile.
Condivido un post dell’assessore Petracca che risale al 2023 e tra i comuni beneficiari di contributi per ammodernamento della rete idrica non mi sembra di vedere Montecalvo. Se vedo bene la cosa è molto grave ed in questo caso la responsabilità è forse di amministratori distratti
Feriae Augusti (riposo di Augusto)
- Scritto da Alfonso Caccese
- Categoria: Storia
Feriae Augusti (riposo di Augusto)
Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica o i Consualia, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti. Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione. (da Wikipedia). Il 15 agosto la Chiesa celebra la figura e la memoria di un nutrito numero di beati e beate, ma, soprattutto, commemora l’Assunzione della Beata Vergine Maria. Il giorno di Ferragosto è di grande importanza per la liturgia cattolica soprattutto per questa solennità, voluta fortemente da papa Pio XII, che la istituì ufficialmente il 1º novembre 1950. Il Papa in questo modo sancì come verità religiosa, come dogma cristiano la salita in cielo della madre di Cristo, che conservò incorrotto il proprio corpo dopo la scomparsa terrena. Si tratta di un dogma che anticipa la dottrina cristiana della resurrezione della carne, ossia del ricongiungimento del corpo dei defunti con l’anima dopo il Giudizio universale.
Montecalvo e il Ferragosto
- Scritto da Alfonso Caccese
- Categoria: Storia
15 Agosto a Montecalvo Irpino
Contrariamente a quando accade nei paesi vicini, Montecalvo Irpino non ha una grande tradizione nei festeggiamenti in onore della Madonna dell’Assunta alla quale è dedicata la Chiesa Madre che campeggia alla sommità del paese.
Quand’era tempo di mietitura, i mietitori, dopo pranzo, si mettevano sui ferri
della piazza, col caldo e aspettavano, I padroni delle masserie arrivavano sulle giumente: ploc-ploc, sui basoli della via. Col dito o la punta della frusta, indicavano: « Tu, tu e tu, domani venite da me, a mietere con le spese ». Le mezze falci (incapaci) non erano assunte. Il padrone con la masseria grossa, assumeva una squadra di uomini che si davano da fare nel campo. Per pranzo: una caldaia di gnocchi e ragù con la cotica. Diceva zia Rosa, la moglie del padrone: « Se ci fiocca (formaggio) non ci piove (ragù), sulla polenta ». Finito di mietere e di trebbiare, il quindici agosto, uomini maturi e ragazzi sceglievano il padrone, per andare garzoni e fare i bifolchi dietro le mucche o i pecorai per un anno intero. Tutto per le spese, qualche soldo e un maialetto. A Santa Maria, l’otto settembre, si poteva cambiare padrone. Ogni quindici giorni, tornavano in paese, gli uomini dalle mogli e i ragazzi dalle madri. Con le migrazioni, dopo il Sessanta, i garzoni hanno preso altre strade. Qualcuno si è fatto i soldi e la masseria si è comprata dal padrone di una volta, Nella stalla, ora c’è un trattore per arare; il latte si compra in negozio, il grano si miete con la mietitrebbiatrice il fieno si fa con la falciatrice.
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