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Possessori feudatari di Montecalvo ai tempi normanni registrati nel R. Archivio di Stato di Napoli.
Da Pagine di storia civile di P.Bernardino Santosuosso - Montecalvo Irpino 1913
Ruggiero, che fu poi re di Puglia e di Sicilia - dopo le guerre con Ruggiero conte di Ariano, lo esiliò in Sicilia, e fondò la Contea di Buonalbergo - in terra beneventana, alla quale fu aggregata Montecaivo come terra feudale - e fu posseduta dal Conte Ruggiero di Buonalbergo.
In quei tempi il titolo insigne di conte era di pochissimi. Prima di re Ruggiero, fondatore della monarchia - senza dubbio la nostra terra era inclusa nella contea di Ariano, fin dalla spartizione delle terre — fatta tra i conquistatori normanni. (1).
Con il declino dell’impero Romano d’occidente, Montecalvo assume una propria identità, e le cronache del tempo registrano già nel 1099 la partenza di una sessantina di propri militi alle crociate per la liberazione di Gerusalemme.
La prima famiglia che ha avuto il possesso del feudo Montecalvese, della quale si ha notizia, è quella dei Portofranco.
Dal catalogo dei baroni normanni, compilato ai tempi di re Guglielmo il Buono - che si conserva nell’Archivio di Stato di Napoli
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I Normanni
Da Pagine di storia civile di P.Bernardino Santosuosso - Montecalvo Irpino 1913
Le prime notizie, quasi certe, di Montecalvo si hanno intorno al VI° secolo d.C., con la costruzione sulla collina della rocca romana, eretta dai Romani, sugli antichi resti di un tempio antico, nella guerra contro i Sanniti, intorno alla quale in seguito s’insediano le popolazioni provenienti da Aequum-Tuticum e dal Piano di Anzano (tressanti) oramai distrutte, sviluppando il primo nucleo abitativo di Montecalvo. Non è da escludere che Montecalvo abbia vissuto un fiorente periodo con l’avvento dei Romani. Nei primi anni del secolo XI- 1016 - nuove genti, inormanni, vennero a capovolgere l’Italia trans-tyberina. Essi per prima, sotto il nome di Apulia - intesero contemplare tutti quei luoghi dell’italia
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PASTICCI E PASTICCINI
LA PASTETTA
I CASATIELLI
TARALLI CON IL PEPE
LE ZEPPOLE
LE CIAMBELLE
TORTANO (panettone a forma di ciambella)
PASTIERA (pizza con riso e ricotta)
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Fernando Santosuosso vice presidente emerito della Corte Costituzionale vincitore del premio Chiarelli 2002.
Biotecnologia: parla Fernando Santosuosso, vincitore del Chiarelli
LA PERSONA UMANA: UN UNICUM DA TUTELARE
"Mai un essere umano può diventare mezzo per un fine, anche se nobilissimo". Così nel XVIII secolo il filosofo tedesco Immanuel Kant spiegava l'irrinunciabilità della salvaguardia della dignità umana, inserendo l'argomento in un ampio dibattito etico e culturale. "Tale dibattito è ancora oggi quanto mai attuale e urgente", ha sottolineato Fernando Santosuosso , vice presidente emerito della Corte Costituzionale e vincitore del premio Chiarelli 2002. In occasione della consegna dei premi Chiarelli e Selvaggi, tenutasi martedì 19 febbraio presso la Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati, a Roma, Santosuosso ha parlato sul tema "Verso l'epoca biotecnologica"
- Scritto da Angelo Siciliano
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L’idea per un MUSEO DEI MESTIERI E DELLA CIVILTÀ’ CONTADINA in Irpinia.
La scomparsa di alcuni Mestieri, dovuta all’introduzione di nuovi strumenti di lavoro e tecnologie innovative, e della civiltà contadina arcaica, tramandataci da tradizioni secolari, ci impone una riflessione seria su quanto stiamo perdendo della nostra identità etnica e storica. La storia, giustamente, non può fermarsi;la memoria collettiva svanisce nell’arco di qualche generazione e attualmente non va ad alimentare più né miti né leggende. Pertanto, diviene urgente e si pone l’idea di un MUSEO DEI MESTIERI E DELLA CIVILTÀ’ CONTADINA in Irpinia , perché la storia , certamente storia umile e oscura date le modeste condizioni di vita ,dei nostri padri riviva e sia tramandata alle nuove generazioni che si avviano ad avere come unico patrimonio i mass media.