Il maestro Pappano torna a Castelfranco in Miscano
- Scritto da Redazione
- Categoria: Attualità
Lunedi 14 agosto p.v. il Maestro Pappano ritorna a Castelfranco in Miscano per replicare l’atteso concerto che oramai da anni celebra in memoria del proprio compianto padre. Anche quest’anno l’organizzazione sarà affidata alla costituita Associazione ‘Fondazione P. Pappano’ della quale il Maestro è Presidente onorario, il dott. Tommaso Izzo Presidente e la cui direzione generale è affidata all’avv. Antonio Pio Morcone, già sindaco del Comune di Castelfranco in Miscano nonché ideatore di tale collaudato format. L’evento fruisce del patrocinio morale del Comune di Castelfranco in Miscano. La direzione artistica è del M° Selene Pedicini. Lunedi 14 agosto p.v. il Maestro Pappano ritorna a Castelfranco in Miscano per replicare l’atteso concerto che oramai da anni celebra in memoria del proprio compianto padre. Lunedi 14 agosto p.v. il Maestro Pappano ritorna a Castelfranco in Miscano per replicare l’atteso concerto che oramai da anni celebra in memoria del proprio compianto padre.
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Gemellaggio Montecalvo - Campi
- Scritto da Mirto De Rosario
- Categoria: Attualità
Perché sullo sfondo di un atto formale c’è la figura di uno dei santi che ha segnato in maniera indelebile il suo tempo, riuscendo a mantenere immutati, attraverso il suo carisma, in più di due secoli, ascendente ed influenza spirituale e religiosa. Campi Salentina e Montecalvo Irpino uniti nel nome e nel carisma di San Pompilio Maria Pirrotti. Campi, che ne conserva le spoglie mortali, custodite in un’urna nel santuario a lui dedicato, e Montecalvo, che gli ha dato i natali, il 29 settembre 1710. I due paesi, ieri, nel giorno della vigilia della festa del santo, hanno siglato il formale gemellaggio durante un consiglio comunale aperto, che ha visto la presenza degli amministratori delle due municipalità, del Provinciale degli scolopi, Padre Sergio Sereni, e dei religiosi della comunità
La Sekoma di Montecalvo Irpino - quattordicesima parte
- Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
- Categoria: Storia
«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Quattordicesima e ultima parte
La panificazione quotidiana rappresentava la conclusione del ciclo che sotto la protezione mariana prendeva il via l’otto settembre di ogni anno. Di qui, a Montecalvo, lo stesso giorno, i festeggiamenti in onore della madonna dell’abbondanza, chiara trasposizione cristiana della dea Cerere e tipico sigillo onomastico legato alla nascita stessa, in tutta Italia, dei pii monti di pietà al cui novero è da inserire la prima banca montecalvese. La sacralità del raccolto, alla cui qualità e “abbondanza” era affidata la possibilità di trascorrere un anno tranquillo, richiedeva alla popolazione un impegno straordinario. Oltre a soddisfare le esigenze più strettamente agricole, infatti, essa avrebbe dovuto invocare con convinzione l’aiuto divino per un raccolto copioso di frutti. Ecco quindi il forte culto alla dea Cerere, già kerres per i sanniti e, finalmente, alla madonna venerata, appunto, con il titolo dell’abbondanza o dell’«annona», che tanta parte ha avuto nelle vicende della storia agricola e religiosa di Montecalvo ove, oltre alla celeberrima immagine della misteriosa statua di casa Pirrotti , era rappresentata mentre regge spighe di grano.
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La Sekoma di Montecalvo Irpino - tredicesima parte
- Scritto da Redazione
- Categoria: Storia

«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario»
Parte Tredicesima
Il pane per antonomasia a Montecalvo è di grano saraolla, così come risulta dalla seduta decurionale n. 32 del 20 maggio 1849 ove testualmente si parla di «pane bianco di saraolla». Le altre specie di sementi erano la «carosella», la «risciola», la «romanella» e il «mesca». La vendita della casa del pane del 1586 non aveva privato il comune del diritto, e dell’obbligo, di supervisionare la qualità del pane che l’«affittatore» avrebbe venduto. Nel contratto d’affitto del 1813 l’appaltatore Gaetano Scoppettone si impegnava a panificare il grano secondo l’assaggio «faciendo» dal comune che per ogni tomoli tre di pane introitava una lira e settantasei centesimi: La lira per il «diritto dell’assaggio», i settantasei centesimi per la riscossione corrispondente alla vendita di 144 kg di pane. Quella dell’assaggio era una prassi dal sapore rituale, ma per nulla banale e affatto formale. Il buon esito dell’operazione rappresenta la condizione necessaria per poter vendere il pane al pubblico.
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